Prendi un respiro. Senti la natura.

Ambiente incontaminato...sentirsi in un ambiente estremo di relax...

Goditi dei momenti indimenticabili....

Natura incontamina

Natura incontamina
Effettuabili durante tutto l'anno ma con variabili differenti a seconda delle condizioni meteo. Sono piacevoli passeggiate che vi porteranno fino ai 1700 metri delle varie vette da dove potrete ammirare, nelle giornate limpide, anche le isole Eolie. I tempi di percorrenza possono variare dalle 2 alle 8 ore andata e ritorno a seconda del periodo.

Fauna selvatica a portata di mano

La biodiversità della fauna e della flora di Montano Antilia e una delle caratteristiche peculiari del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Se sarete fortunati potrete seguire le orme della volpe, del tasso, della lepre o del re dei boschi, sua maestà il lupo, la salamandra e da scenario immancabile gli ungulati cinghiali e cervi.

Riserva naturale di grande valore

Ricca di biodiversità, con diverse riserve del WWF

800 Km di sentieri per escursioni

Centinaia di percorsi adatti ad ogni vostra esigenza.

Uno dei luoghi più affascinanti e mistici del Cilento è il Monte Gelbison, conosciuto anche come Monte Sacro.

Percorso trekking del monte Gelbison
Percorso trekking del monte Gelbison

Monte Gelbison

Da Montano Antilia​ al Santuario della Madonna del Monte Sacro


  • Difficoltà: EE
  • Punto di partenza: Montano Antilia – Scala Santa
  • Punto di arrivo: Santuario della Madonna del Monte Sacro
  • Lunghezza percorso: 18,9 km
  • Tempo medio di percorrenza: 9 h (andata e ritorno)
  • Quota di partenza: 766 m
  • Quota di arrivo: 1685 m
  • Ascesa tot.: 1240 m
  • Discesa tot.: 234 m

GELBISON - Il Monte dell'Idolo
Con i suoi 1705 m s.l.m. è uno dei santuari mariani più alto d'Italia oggi devoto alla Madonna di Novi Velia. L'eremo fu eretto intorno all'anno 1000 sulla cima del monte, ma nulla esclude un insediamento antecedente di epoca greca. Il toponimo Gelbison deriva dalla parola araba che significa "monte dell'idolo" famoso è Il suo percorso detto "sentiero dei pellegrini" i quali fin dai primi anni del Mille partivano a piedi da tutto il Cilento, dal Vallo di Diano, da Basilicata e Calabria, dormendo all'aperto o in ripari naturali, un luogo dell'anima dove la pace regna sovrana tra sacro e pagano. La sua vegetazione è costituita da foreste di faggio, aceri, ontani, tappeti di anemoni, semprevivo, timo di montagna e felci, dove con un po' di fortuna è possibile avvistare qualche lepre fugace o qualche giovane martora e tante altre specie che qui vivono indisturbate come in un bosco incantato. Le caratteristiche geologiche sono rappresentate da conglomerati arenacei, ma ciò che più lo rende singolare è la presenza di una falda sotterranea ricca d'acqua di notevole importanza e di conseguenza le sue sorgenti d' acqua gelida. Durante la stagione Invernale il santuario resta chiuso, ma non per gli amanti dell'escursionismo che lo vivono in ogni sua stagione, che via sia neve o no, il Monte Gelbison resta una delle montagne più frequentate del Cilento con la sua metallica croce di vetta di 35 m visibile da tutto il territorio. L' escursione partirà da circa 700 m s.l.m. percorrendo il sentiero del piano ceraso, che ci porterà fino alla cima per ammirare un imponente panorama dalle terrazze del santuario e sostare per il tempo necessario all'anima.
Dettaglia Tecnici:
Percorso ad Anello
Lunghezza 18,9 km circa,
Tempo di percorrenza 9/10 ore circa,
Difficoltà E medio/facile/,
Dislivello + 739 m, Quota max 1705 m s.l.m.,
Partenza da parcheggio di Fiume Freddo.
Equipaggiamento: scarpe tecniche da trekking, bacchette da trekking (consigliate), abbigliamento comodo a strati, giacca o gilet antivento o da neve nel periodo invernale, cappello/occhiali da sole e almeno 1,5 litro d'acqua per persona, indumenti di ricambio da portare con sè o da tenere in auto (consigliati).
Costo escursione guidata 10,00 euro a persona
Guida Ambientale Escursionistica associata AIGAE in Cilento regolarmente assicurata e iscritta al registro italiano delle guide ambientali escursionistiche. Esercita la professione ai sensi della L. 4/2013
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Cell./WhatsApp 3471446635
E-mail: marcoiannuzzi@mail.com


Novi Velia - santuario Gelbison
Novi Velia - santuario Gelbison
Novi Velia - santuario Gelbison
Novi Velia - santuario Gelbison
Novi Velia - santuario Gelbison
Novi Velia - santuario Gelbison
Novi Velia - santuario Gelbison croce di Rofrano dei fedeli pellegrini
Novi Velia - santuario Gelbison croce di Rofrano dei fedeli pellegrini
Novi Velia - Percorso trekking (bosco beta)
Novi Velia - Percorso trekking (bosco beta)

Trekking dei pellegrini 
€uro 150

ARRIVO Montano Antilia

PARTENZA Montano Antilia

LIVELLO DI DIFFICOLTA'

Medio – difficile 3/4

FITNESS
Questo tour è di difficoltà medio-difficile, adatto a chi ha già avuto esperienze di trekking ed è in buone condizioni fisiche. La maggior parte delle passeggiate prevede sentieri in buone condizioni, alcuni con relative segnalazioni. Durata indicativa delle passeggiate: da 7 a 8 ore al giorno.

LA QUOTA COMPRENDE

1 pernottamenti in Casa Vacanza a Montano Antilia – con colazione al bar

1. cena di benvenuto + 1. cena di saluto

1. giorni di escursioni guidate con guida escursionistica
assistenza 7/7

NON INCLUSO

Assicurazione di viaggio
Cibi e bevande non menzionate nel programma
Escursioni o attività extra
Mance
Articoli di natura personale
Tutto quanto non elencato sotto la voce "la quota comprende"

PERNOTTAMENTI EXTRA ED ESTENSIONI

È possibile includere delle notti extra. Vi forniremo anche itinerari aggiuntivi per i giorni che vorrete aggiungere al tour standard! 
NOTE:

Possibilità di pranzare presso ristoranti o rifugii a Novi Velia e rientro in auto in B&B.


Un cammino dai monti al mare, nel cuore del Cilento bizantino.
Il «Cammino di San Nilo»

Mappa – Il cammino di San Nilo
Mappa – Il cammino di San Nilo

Descrizione

Il Cammino di San Nilo nel Cilento bizantino è un itinerario di circa 100 km suddiviso in 7 tappe. Parte dal comune di Torraca (provincia di Salerno) e si snoda nel Basso Cilento fino ad arrivare a Palinuro, nel comune di Centola, attraversando 11 bellissimi borghi immersi nella natura del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Il percorso è accessibile a tutti. 

Il «Cammino di San Nilo» nel cuore Cilento italogreco è un itinerario di circa 103km, suddiviso in 8 tappe. Parte dal comune di Sapri e si snoda nel Basso Cilento fino ad arrivare a Palinuro, nel comune di Centola, attraversando 13 attraenti paesi immersi nella natura del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. È un cammino dai monti al mare.

Il percorso si snoda tra i boschi di faggio della montagna e i lecci e gli ulivi della macchia mediterranea, in mezzo ai quali emergono gli abitati medievali.

Iniziare questo Cammino, che nella sua estensione completa va da Rossano, nell'Alta Calabria Ionica, a Grottaferrata, alle porte di Roma, nel suo tratto cilentano risponde a una precisa scelta di campo: la vestizione dell'abito monastico segna l'inizio dell'avventura spirituale di Nicola Malèinos, che qui sceglie come «nome di professione» quello di Nilo di Àncyra, detto il Sinaíta, vissuto fra IV e V secolo e discepolo del grande Gerarca cappadoce Giovanni Crisòstomo, a cui è attribuita la liturgia bizantina piú consueta. Come lui, dopo il matrimonio, «fu attratto da un grande e insaziabile desiderio di solitudine», e coincidevano per di piú le iniziali del vecchio e del nuovo nome, secondo la consuetudine della Chiesa orientale, per lasciare nel nuovo il sigillo dell'uomo antico.

Il Cammino avrà come naturale estensione il congiungimento con le altre mete significative del bíos del Santo calabrese: Orsomarso, luogo del suo piú importante eremitaggio, San Demetrio Corone, dove costituí il monastero dedicato ai Santi Adriano e Natalia, e Rossano sua patria, quindi Grottaferrata, dove quasi centenario lasciò questo mondo.
 INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Cell./WhatsApp 3471446635
E-mail: marcoiannuzzi@mail.com
Cammino San Nilo
Cammino San Nilo

Storia 
A rendere il Cammino di San Nilo unico nel suo genere è l'incontro di storia, spiritualità, natura e tradizioni. Il Cammino ricalca il percorso che portò il giovane Nicola, nativo di Rossano Calabro, a vestire l'abito monastico e ricevere il nome di "Nilo" a San Nazario – attualmente frazione del comune di San Mauro la Bruca – dove realizzò la sua vocazione monastica.

La riscoperta di questo pellegrinaggio vuol conseguire il recupero di antichi sentieri, attraverso i quali i monaci italogreci segnarono della propria presenza e della propria azione un ampio e ricco territorio. Tuttavia, data la scarsità delle fonti, non sempre è facile una tale ricostruzione, condizionata anche dalle trasformazioni che questi luoghi hanno subìto lungo oltre mille anni di storia. Il Medioevo è segnato dall'aspirazione del cristiano a ritrovare nei pellegrinaggi, specialmente quelli più famosi verso Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela, lo spirito autentico della propria fede. Il Sud d'Italia, per la sua posizione geografica, diventa quindi luogo di passaggio di grande significato per tutti i fedeli.

Poste strategicamente al centro delle più importanti vie commerciali e di comunicazione del Mar Mediterraneo, queste regioni sono in quel tempo luoghi di interazione tra Oriente e Occidente. Proprio in questo contesto, dove l'influsso della spiritualità orientale era forte e costante, tra il decimo e l'undicesimo secolo un numero importante di monaci italogreci vengono riconosciuti Santi. Tale clima di scambio e rispetto fra le tradizioni monastiche occidentali e orientali è testimoniato dalla presenza di San Nilo presso il monastero benedettino di Montecassino, dove compone un inno greco in onore di San Benedetto. Nel 1004 d.C., al limitare della sua avventura terrena, nei pressi di Tuscolo (Frascati), avvia l'edificazione di quella che sarà l'istituzione italogreca più importante dell'Occidente cristiano, tuttora potente faro di spiritualità e di cultura orientale alle porte di Roma, Santa Maria di Grottaferrata.

Immagine sacra di San Nilo
Immagine sacra di San Nilo
Immagine sacra di San Nilo
Immagine sacra di San Nilo

Il Cammino di San Nilo: 7 giorni nel Cilento Bizantino da Torraca a Palinuro

Cammino con servizio bagagli - Dai monti al mare tra chiesette di campagna, percorsi panoramici in uno straordinario ambiente naturale

Mappa del percorso Cammino San Nilo
Mappa del percorso Cammino San Nilo
Tracce GPX
Tracce GPX

TAPPE DEL CAMMINO DI SAN NILO

TAPPA 1: Torraca- Casaletto Spartano (19 km)
TAPPA 2: Casaletto Spartano- Morigerati (11.2 km)
TAPPA 3: Morigerati- Caselle in Pittari (9 km)
TAPPA 4: Caselle in Pittari- Rofrano (17.3 km)
TAPPA 5: Rofrano- Montano Antille (15.8 km)
TAPPA 6: Montano Antilia- San Mauro la bruca (16.3 km)
TAPPA 7: San Mauro la bruca- Palinuro (13.4 km)

FLORA E FAUNA

Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è infatti anche l'unico Parco a vantare quattro riconoscimenti UNESCO: Patrimonio dell'umanità, Biosfera MAB, Geosito e Patrimonio Immateriale grazie alla Dieta Mediterranea. È un territorio fantastico dove i pellegrini potranno ammirare tra un borgo medievale e l'altro gli ulivi della macchia mediterranea, i fenomeni carsici con grotte e spettacolari corsi d'acqua, la vegetazione della montagna tra meravigliose faggete e boschi di castagno. L'ultima tappa permetterà di godere delle stupende spiagge di Palinuro.

Spiaggie di Palinuro
Spiaggie di Palinuro

Segnaletica

Il cammino è sicuro e accessibile, ed è stato ideato e realizzato per permettere a tutti di partecipare, dai più giovani ai più adulti, dai più allenati a quelli meno abituati alle lunghe camminate.

Come tutti i cammini storici, il percorso è stato creato grazie alla collaborazione di Enti ed Associazioni con il solo scopo di permettere a tutti di poterlo percorrere in totale autonomia. Infatti, il cammino è oggi completamente mappato, segnalato con un'infrastrutturazione leggera di basso impatto ambientale.

Nei centri abitati ci sono dei semplici adesivi con il monaco stilizzato di colore nero. Appena superato il centro, nelle aree rurali, si trovano delle frecce in vernice di colore oro e nero.

La segnaletica è stata realizzata in alluminio dibond con misure 8x15cm e installata ogni 300 metri circa. Se state camminando per un po' senza incontrare nessuno di questi segnali è bene tornare indietro fino ad incontrare l'ultimo; in caso di dubbi circa la direzione da prendere è utile consultare le tracce GPS.

Per ricevere le tracce gpx visita il SITO UFFICIALE: www.camminibizantini.com

Segnaletica Cammino San Nilo
Segnaletica Cammino San Nilo

ARRIVO Sapri
PARTENZA Torraca
LIVELLO DI DIFFICOLTA' Medio – 3


FITNESS 

Per lo più passeggiate semplici, anche sé alcune includono salite o sentieri con fondi irregolari e non sempre agevoli.


LA QUOTA COMPRENDE
1. pernottamenti in agriturismo a Casaletto Spartano*** – Mezza pensione
1.  in agriturismo a Morigerati *** – Mezza pensione
1. pernottamenti in agriturismo a Caselle in Pittari *** – Mezza pensione

1. in agriturismo a Rofrano*** – Mezza pensione

1. in agriturismo a Montano Antilia *** – Mezza pensione

1. in agriturismo a S. Mauro La Bruca *** – Mezza pensione

1. in agriturismo a Palinuro*** – Mezza pensione

Trasporto bagagli & transfer come da programma
7. giorni di escursioni guidate con guida qualificata

NON INCLUSO 

Transfer all'arrivo e alla partenza
Tasse di soggiorno
Assicurazione di viaggio
Cibi e bevande non menzionate nel programma
Escursioni o attività extra
Mance
Articoli di natura personale
Tutto quanto non elencato sotto la voce "la quota comprende"

PERNOTTAMENTI EXTRA ED ESTENSIONI E' possibile includere notti extra all'inizio e alla fine del tour. Vi forniremo gli itinerari aggiuntivi per i giorni che vorrete aggiungere !
Dettagli e prezzi su richiesta. Contattateci per ulteriori informazioni. 


Esplora il Parco Nazionale del Cilento

Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano comprende la maggior parte dell'area meridionale della provincia di Salerno. È il secondo Parco Nazionale più grande d'Italia (circa 180.000 ettari) e uno degli ecosistemi più importanti della penisola italiana. Istituito nel dicembre 1991, il Parco comprende 80 comuni in un'area di straordinaria bellezza naturale.


1.800 specie vegetali 

Sono presenti almeno 1.800 specie vegetali, molte delle quali endemiche o rare come la Primula di Palinuro, simbolo del Parco Nazionale del Cilento, e l'orchidea selvatica di San Giovanni a Piro. Ulivi secolari punteggiano le rade, le pianure costiere e le dolci colline. Centinaia di specie animali, come il lupo appenninico, il falco, l'aquila e la lontra abitano questo straordinario ambiente naturale. Fitte foreste coprono le alte vette. Le vette principali sono l'Alburni (1.742 mt), il Gelbison (1.705 mt) e il monte Cervati (1.898 mt). La natura calcarea di questa catena montuosa è responsabile della formazione di decine di imponenti architetture e sculture naturali: nel corso di milioni di anni l'acqua si è incanalata all'interno della roccia dando forma a magnifiche grotte (finora ne sono state elencate circa 400). Le grotte "Grotte di Pertosa" e le "Grotte di Camerota" sono due superbi esempi di questo fenomeno.L'importanza storica e culturale. L'importanza storico-culturale di questa zona è data dalla presenza di testimonianze architettoniche e religiose sparse sul territorio, che fanno luce sulla storia millenaria degli antenati degli attuali abitanti - cimeli risalenti all'epoca preistorica, e all'età lucana, greca e romana. Questa è la terra in cui la civiltà occidentale ha le sue radici. I Greci si stabilirono qui nel VII secolo a.C. e celebrarono lo splendore delle loro colonie: ne sono superbi esempi i grandiosi templi dorici di Paestum e le rovine dell'antica Elea. Questa era la "Magna Grecia" (Grande Grecia nella lingua latina), e qui nacquero i filosofi presocratici Zenone e Parmenide e la scuola eleatica (V sec. AC). Bizantini, Longobardi e Normanni hanno lasciato castelli, chiese, monasteri e chiostri, riccamente decorati con pregevoli opere d'arte. Gli insediamenti dell'entroterra, in particolare, sono caratterizzati da caratteristici edifici medievali come cattedrali, castelli e bei palazzi signorili. La Certosa di San Lorenzo, ai piedi del colle di Padula nel Vallo di Diano, è uno dei monasteri più grandi del mondo e uno dei più apprezzati per la sua imponenza architettonica e per la profusione di opere d'arte.

1. Agropoli.

E punta Tresino l'antico borgo, cui si accede da una pittoresca porta, è un intrico di ambienti, vicoli, piazze, scalinate dal sapore antico. Di notevole interesse paesaggistico nei paraggi vi sono la baia di Trentova (con la sua ampia spiaggia sabbiosa) e la punta Tresino, antico sito di memorie storiche. Poche le tracce ancora visibili delle tombe, delle mura ciclopiche, e delle cavità sepolcrali ma di grande fascino per i segreti che ancora celano.


2. Casaletto Spartano.

E la Cascata del Capello nell'entroterra collinare del Cilento, a Casaletto Spartano, è incastonata la splendida Oasi naturale del Rio Casaletto, nelle cui vicinanze sorge una fontana da cui sgorgano le acque della sorgente del Capello, dove è possibile assistere allo spettacolare scenario offerto dalla cascata "Capelli di Venere" e dalla "Grotta di Mariolomeo".


3. Caselle in Pittari.

E le grotte del Bussento Il fiume Bussento nasce alle falde meridionali del monte Cervati e sfocia nel Tirreno vicino a Policastro. Ma nel suo tratto intermedio le acque scompaiono nelle viscere della terra per quasi 7 Km dando vita a un misterioso mondo ipogeo. La cavità superiore, detta "Inghiottitoio della Rupe", si apre presso Caselle in Pittari ed è percorribile per 600 metri in discesa. È in questo contesto di incommensurabile bellezza che s'inserisce la magica scomparsa tra le viscere della terre del fiume Bussento. Questo spettacolare fenomeno carsico si manifesta in un paesaggio di boschi rigogliosi. Con uno zaino sulle spalle si può partire dalla bellissima area della pineta di Caselle in Pittari e giungere passeggiando fino all'Inghiottitoio della Rupe per ammirarne l'impressionante ingresso e, continuando a camminare, si può visitare anche la Grotta di Orsivacca.

 

4. Corleto Monforte.

Ed il Museo Naturalistico Il Museo Naturalistico di Corleto Monforte nasce nel 1997 ed è situato in posizione centrale rispetto ai Monti Alburni. Fino dalla sua nascita, il Museo offre un'esposizione permanente di Vertebrati e Invertebrati della fauna europea, Uccelli (1200 specie europee circa), Mammiferi (oltre 60 specie), Crostacei ed Insetti (oltre 20.000 esemplari).


5. Costa degli Infreschi. 

Questo tratto di costa del Tirreno, in cui si susseguono arenili, cale, dirupi, torri, grotte, fondali di limpidezza cristallina, è un luogo protetto ed incontaminato ed ha ormai una notorietà di livello internazionale. Fra le attrattive più celebri, "Porto Infreschi", una baia naturale che deve il nome alle abbondanti vene di freschissima acqua dolce che si nascondono sotto la sabbia. Il paesaggio è dominato da incantevoli spiagge, dall'orrido vallone del Marcellino e dalle innumerevoli torri costiere erette a protezione dagli attacchi pirateschi. La costa è visitabile via mare con le barche in partenza dai porti di Scario e Marina di Camerota. Le barche conducono alle seguenti spiagge: "I Gabbiani", "Risima", "Sciabica", "I Francesi" e "Porto Infreschi". A chi raggiunge Porto Infreschi suggeriamo una sosta a "Il Pirata", un antico veliero adibito a ristorante.


6. Grotte di Castelcivita. 

Situate nell'entroterra cilentano, lungo la vallata del fiume Calore, nelle viscere dei monti Alburni, rappresentano uno dei fenomeni carsici più importanti del sud Italia. Presentano una impressionante successione di ambienti ornati di concrezioni (stalattiti, stalagmiti, cascate calcaree, colonne) dai fantastici profili. Lo sviluppo ipogeo si estende per circa 5000 m, di cui solo 1700 accessibili al pubblico. Non si può escludere un collegamento sotterraneo con l'altro complesso speleologico situato sull'opposto versante, a nord del massiccio degli Alburni, la Grotta dell'Angelo di Pertosa.


7. Grotte di Pertosa o dell'Angelo. 

Questa grandiosa cattedrale naturale sotterranea si è formata 35 milioni di anni fa, nei dintorni di Pertosa. Vi sono state ritrovate tracce della presenza umana risalenti all'età della pietra e poi all'epoca greca e romana. In seguito i Cristiani la dedicarono a S. Michele Arcangelo. Le grotte sono attraversate da un fiume sotterraneo, il fiume Negro, e sono percorribili per 2500 metri, in parte in barcone ed in parte a piedi, con la vista di spettacolari concrezioni e di una cascata sotterranea.


8. Maratea. 

Il centro storico offre una splendida concentrazione di edifici, botteghe e monumenti di grande valore storico e architettonico, tra cui molte chiese: non a caso Maratea è famosa anche come la città delle 44 chiese, ricche di preziose testimonianze artistiche. In cima all'abitato, sulla suggestiva vetta di Monte S. Biagio è situata la "Statua del Redentore", seconda per dimensioni soltanto a quella di Rio de Janeiro, che veglia sulle terre circostanti con le braccia aperte e lo sguardo rivolto al mare. Sotto la statua, su un fianco del monte, incastonati in una natura selvatica, sono aggrappati i ruderi dell'antico borgo del Castello.


9. Monte Bulgheria. 

La sua inconfondibile sagoma si impone nella dolcezza del paesaggio cilentano. È la punta estrema di un possente allungato massiccio calcareo. Il panorama dalla sommità è meraviglioso per la sua vicinanza al mare. Vi si accede da Celle di Bulgheria e da San Giovanni a Piro attraverso due appositi sentieri. Per arrivare in cima alla vetta occorrono circa due ore di cammino. Il percorso in fuoristrada dura circa mezz'ora.


10. Monte Cervati.

Con i suoi 1.898 metri è la vetta "principe" del Cilento, a lungo ammantata dalle nevi nella stagione invernale, meravigliosamente rivestita di ciuffi di lavanda in quella primaverile. L'ascensione alla vetta con partenza da Sanza ripaga di ogni fatica per la straordinaria successione di ambienti naturali, dagli oliveti ai pianori carsici, ai boschetti di ontano e leccio alle macchie ricche di cespugli, alle faggete, alle rupi e alle spoglie dorsali della sommità. Il Cervati è visitato ogni anno da frotte di pellegrini che in cima al monte, presso il santuario della Madonna della Neve, celebrano antichi rituali. Emozionante ed assolutamente unico nel suo genere, il 26 luglio di ogni anno, da oltre mille anni, si ripete il pellegrinaggio sulla vetta del monte in uno scenario di fede e di tradizione. Per arrivare in cima alla vetta occorrono circa quattro ore di cammino. Il percorso in fuoristrada dura circa un'ora e mezza.

11. Monte Sacro o Gelbison.

Fenomeni climatici, aspetti geologici e naturalistici conferiscono a questa montagna un valore di sacralità tuttora sentito dalle popolazioni cilentane. Vi salgono diverse vie di pellegrinaggio. I pellegrini vi giungono da ogni parte del Meridione, a piedi scalzi, cantando litanie e sorreggendo sulla testa doni propiziatori. Il santuario, sulla vetta, fu fondato nella seconda metà del X secolo. Una volta giunti in auto a Novi Velia, alla base della montagna, vale la pena di effettuare una breve sosta nel centro antico, raccolto attorno a tre complessi architettonici: l'antichissima Torre Longobarda, il Convento dei Celestini e il Castello dei Baroni di Marzano. Non bisogna, però, perdere di vista la meta principale dell'escursione. Per iniziare l'ascesa al "Monte Sacro" si parcheggia l'auto in un'area attrezzata per i picnic, a pochi chilometri dall'abitato, nei pressi di una centrale idroelettrica. Per arrivare in cima alla vetta occorrono circa 3 ore di cammino.


12. Morigerati.

E l'Oasi WWFIl fiume Bussento che nasce dal versante meridionale del Monte Cervati, in prossimità di Caselle in Pittari si inabissa in un colossale inghiottitoio per riapparire, dopo aver percorso il suo viaggio misterioso nelle viscere della terra, pochi chilometri più a sud, sotto l'abitato di Morigerati. Questa zona offre uno degli spettacoli più belli e di maggior richiamo naturalistico del Parco del Cilento. La passeggiata inizia da Morigerati con una bellissima mulattiera lastricata in pietra ed in parte scavata nella roccia che, dopo una serie di tornanti in discesa, porta fino all'ingresso della grotta. Da qui si entra con una stretta scaletta in pietra e si oltrepassa il profondo e spettacolare canyon, scavato dal fiume, con due ponticelli in legno. All'esterno, poi, il fiume offre delle suggestive vedute lungo la gola, dove acque limpide e fresche formano, scorrendo tra profonde e suggestive pozze, rapide e cascate. Tutta la zona per la sua straordinaria bellezza paesaggistica e naturalistica merita una sosta prolungata.


13. Padula.

È famosa nel mondo per la maestosa e pregevole "Certosa di S. Lorenzo", patrimonio UNESCO, edificata nel 1306 da Tommaso di Sanseverino; La Certosa è uno dei monasteri più grandi del mondo ed è tra quelli di maggior interesse in Europa per importanza architettonica. La sua visita ci riporta alla realtà della vita ritirata e monastica dei frati che la hanno abitata. La Certosa è anche detta "Reggia del Silenzio" ed è la sede del Museo archeologico della Lucania occidentale. Nella sua imponente cucina fu preparata la leggendaria frittata dalle mille uova in onore di Carlo V (1535), evento tuttora ricordato nel giorno di San Lorenzo (10 agosto) con la realizzazione di un'enorme frittata. A poca distanza dalla Certosa si trova il suggestivo Battistero di San Giovanni in Fonte costruito nel IV secolo su una limpidissima e copiosa sorgente le cui acque lo circondano e ne inondano parzialmente l'interno dando luogo ad uno scenario incantevole.


14. Paestum.

È l'antica Poseidonia, fondata verso la fine del secolo VII a.C. da coloni greci di Sibari e successivamente occupata dai Lucani e dai Romani. I suoi templi, patrimonio UNESCO e pietra miliare di tutti i principi architettonici, sono diventati il simbolo della cultura della Magna Grecia. Oggi è ritornata al centro del moderno Gran Tour. La piana di Paestum, con i suoi tre grandi templi dorici, è uno spettacolo indimenticabile. Paestum è uno dei siti archeologici più importanti del mondo. Il Museo conserva alcune tra le opere più importanti dell'Italia meridionale: famosissimi gli affreschi della Tomba del Tuffatore, unica testimonianza di pittura figurata nella Magna Grecia.


15. Palinuro.

La sua principale attrazione è costituita dal mare limpido ed incontaminato, dalle splendide spiagge e dalle numerose grotte sommerse che costellano tutto il Capo, meta ambita per gli appassionati subacquei alla ricerca di immersioni di grande fascino. Il lungo sperone calcareo del promontorio è infatti ovunque perforato dall'erosione e dal carsismo; vi si aprono grotte fra le più suggestive della costa cilentana. Ogni giorno dal piccolo porticciolo di Palinuro partono i caratteristici gozzi in legno per la visita alle grotte. Fra le più famose vi sono la "Grotta delle Ossa", sulle cui pareti sono immorsati migliaia di frammenti ossei residui di frequentazioni preistoriche, la "Grotta Azzurra", la "Grotta d'Argento", la "Grotta dei Monaci" e la "Grotta del Sangue".


16. Piaggine e la valle del Calore.

In dialetto la chiamano "chiajne" e il toponimo rimanda a "pjaggia", vale a dire declivio. Ma la sua posizione è piuttosto angusta, rinserrata fra la montagna e la profonda gola del Calore, nel cuore dell'area naturalisticamente più affascinante, vicina alle vette più alte e selvagge del Cilento. Poco più di 2.000 abitanti che difendono, grazie anche a un'attiva associazione ambientalista, le bellezze e le tradizioni pastorali di queste terre.


17. Pioppi ed il Museo del Mare Vivo.

Usciti da Casal Velino, sulla strada statale, seguendo un sinuoso percorso in direzione nord tra colline e mare splendenti di verde ed azzurro, si giunge a Pioppi. Gli spettacolari acquari del Museo del Mare di Pioppi consentono al visitatore di gettare uno sguardo al mondo sommerso e alle forme di vita presenti negli ambienti marini del basso tirreno.


18. Punta Licosa.

Secondo le antiche fonti il promontorio di Licosa prende il nome da quello della sirena Leucosia che qui si inabissò per amore di Ulisse. In realtà sembra che le sirene fossero due: Leucosia e Leukotea. Omero, infatti, parla esattamente del promontorio "delle due sirene". Basterebbe già questa leggenda per giustificare il fascino particolare che caratterizza questo luogo. In più, la splendida pineta che si affaccia sul mare e le numerose calette ciottolose che sembrano quasi intagliate lungo il litorale roccioso, rendono la visita particolarmente interessante e piacevole. Come un vero e proprio terrazzo il promontorio di Licosa si protende sul mare con la sua macchia mediterranea, i suoi ruderi e le innumerevoli testimonianze della costante presenza umana riscontrabile da tempi antichissimi.


19. Roscigno Vecchio.

Abbandonato all'inizio del secolo a causa di minacciosi movimenti franosi, questo villaggio si è come cristallizzato sulla montagna restituendo agli occhi del visitatore d'oggi un'atmosfera quasi irreale. È un po' il simbolo del Cilento di una volta, tant'è che si è pensato di istituirvi un Museo della cultura e della civiltà contadina, mentre la popolazione locale, trasferita in un nuovo centro, non dimentica quello vecchio celebrandovi ancora le ricorrenze di feste e fiere.


20. San Severino di Centola.

È una frazione del Comune di Centola che conserva in uno scenario surreale e fantastico il suo centro abitato medioevale, un paese fantasma, abbandonato da più di mezzo secolo. Le mura diroccate, che si affacciano a strapiombo sul fiume Mingardo, risalgono al 1200 e difendevano il centro abitato di una antica famiglia napoletana di origine normanna. Il castello era posto a guardia dei possedimenti familiari e rivestiva grande importanza strategica. Fra le case abbandonate si respira l'atmosfera di un mondo che ormai non esiste più.


21. Sassano e la Valle delle Orchidee.

Delle 72 specie di orchidee presenti nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ben 63 si possono trovare in una piccola valle non lontano da Sassano, alle pendici orientali del Monte Cervati. Per questo motivo il luogo è conosciuto come la Valle delle Orchidee. Agli inizi della primavera qui si può osservare un'incredibile varietà di forme e di colori: dai fiori di Orchis italica, che sembrano uomini nudi, a quelli di Orchis simia, che ricordano uno scimpanzè; da quelli di Ophrys apifera, che imitano l'addome di un'ape, a quelli di Orchis papilionacea, che sembrano piccole farfalle. In una conca erbosa prospiciente alla Valle delle Orchidee, inoltre, l'immaginazione e la creatività di un artista hanno dato vita ad un simbolico "Tavolo del Paradiso", luogo di incontro per gli 80 comuni del Parco ed auspicio di impegno e collaborazione nella conservazione della natura.


22. Scario.

È un minuscolo paesino di mare che vale la pena visitare più volte. Dal suo porticciolo è possibile imbarcarsi verso le bellissime spiagge, raggiungibili solo via mare, paradiso per gli amanti di pinne, maschere, tuffi ed esplorazione. Le barche partono ogni ora e battono il tratto di costa tra Scario e Punta Infreschi. La prima partenza è al mattino alle 9.00. L'ultimo ritorno alle 18.00 del pomeriggio. Il tragitto, tutto sottocosta, offre la possibilità di ammirare le splendide grotte e insenature, e dura circa mezz'ora. Tutto intorno rocce levigate e grotte da esplorare o circumnavigare a nuoto.


23. Teggiano.

È il centro di origine fortificata meglio conservato del Vallo di Diano. È posta in posizione arroccata su una collina isolata ed eleva le sue strutture edilizie entro un perimetro murario fondato su basi megalitiche (IV secolo a.C.), ripreso dai Romani e successivamente in età normanna. Sotto i Sanseverino si costruì il castello e Teggiano iniziò a contendere alla vicina Sala Consilina una funzione di controllo sull'intera area. L'impianto urbano prende origine da due assi stradali ortogonali lungo i quali si collocano i principali edifici civici: la Cattedrale, il Castello e la serie delle chiese di epoca angioina (Sant'Andrea, l'Annunziata, San Pietro).


24. Velia.

Gli scavi archeologici di Velia rappresentano un simbolo storico di tutta la cultura greca. La città fu fondata da esuli focei, in cerca di un luogo accogliente per stabilire il centro di una nuova colonia ed è tra i primi insediamenti della Magna Grecia. Luogo di nascita della famosa scuola filosofica Eleatica, ebbe Parmenide e Zenone tra i suoi figli prediletti. Da visitare gli scavi con la famosa torre ed il ricco sito archeologico con la mirabile Porta Rosa.


25. Vibonati.

Il caratteristico paese, di cui Villammare è la frazione marinara, sorge sulla collina posta nell'immediato entroterra a circa 150 metri di quota. Secondo la leggenda il paese si sovrappose al sito di un insediamento fenicio del IV sec. A.C. che successivamente, in epoca romana, fu sede dell'importante centro economico e produttivo denominato "Vibo ad Siccam". Oggi Vibonati propone al visitatore un paesaggio stupendo ed un borgo medioevale quasi intatto, attraversato da viuzze pavimentate in pietra lungo le quali si affacciano gli splendidi palazzi d'epoca. Nel punto più alto dell'abitato sorge la Chiesa Madre di Sant'Antonio Abate, del XVII sec.

Escursioni a lungo raggio:


26. Capri ed Anacapri.

Notissima meta del turismo internazionale che deve il suo successo alla varietà dei luoghi e al suo straordinario patrimonio storico e ambientale. Da non perdere la visita alla Villa di Augusto, la passeggiata nella mitica "piazzetta", il giro dell'Isola via mare, le pittoresche insenature dai colori meravigliosi, la Grotta Azzurra e i famosi Faraglioni. Nei mesi estivi è possibile raggiungere Capri con gli aliscafi in partenza dal porto di Sapri. Il viaggio dura circa 3 ore.


27. Pompei.

Era il 79 d.C. quando avvenne la catastrofe. Sommersa da ceneri e lapilli, oggi l'antica città di Pompei si presenta in uno stato di conservazione sorprendente non solo nelle architetture, ma anche nei materiali ritrovati nelle abitazioni o nei negozi, offrendo una testimonianza commovente della vita quotidiana dell'epoca. Gli scavi, iniziati nel 1709, hanno riportato alla luce patrimonio archeologico, artistico e storico di valore inestimabile che attira ogni anno milioni di visitatori.

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